Ambientato durante il fascismo, nella campagna toscana, il romanzo descrive la vicenda
umana di un possidente notaio di quarant’anni, vedovo, libertino e minato
dalla tubercolosi che s’innamora della giovane figlia del suo mezzadro decidendo
così di dare un senso alla sua esistenza ormai perduta nel vortice del vizio e della
malattia, sposandola.
Trascurando completamente la volontà della giovane, quindi, sigla un patto scellerato
col futuro suocero, avido e privo di scrupoli.
In aperta dissonanza, però, con le voci sulla fama da dissoluto prepotente che aleggiano
sul notaio Narciso De Risi, costui si rivelerà essere animato da un sentimento autentico
e nobile verso la moglie e saprà attenderla e sostenerla in ogni suo desiderio,
rispettando anche il disprezzo che gli dimostra.
Su entrambi i personaggi incombe, anche se per motivi differenti, un passato di
sofferenza e oscurità; diverse, poi, sono le figure che compaiono nella narrazione
facendo da cornice alla vicenda ma anche costituendo uno stigma di certi modi d’essere.
Una storia a tratti angosciosa e coinvolgente, a tratti pure indecente e forte,
che incarna tuttavia una speranza, quella appunto, di riuscire a superare la notte
dell’esistenza anche quando le tenebre sembrano ormai inesorabilmente calate
sul cammino per effetto di un destino beffardo.
|